Si celebrerà lunedì 16 febbraio l’udienza di appello per il crac Coopcostruttori dopo le assoluzioni in primo grado dai reati di bancarotta fraudolenta da falso in bilancio e altre operazioni ritenute dolose.
L’avvocato Cladio Maruzzi, difensore di alcuni soci costituiti parte civile nel processo, promette battaglia: “Abbiamo chiesto alla Corte di Appello che venga riconosciuto ai soci anche il danno patrimoniale, legato agli investimenti in Apc e al prestito sociale dissolti nella voragine del crack – spiega in una nota -, danno che si ritiene sia stato ingiustamente riconosciuto all’amministrazione straordinaria e ad un aumento del danno morale legato alle sofferenze patite non solo per la gravissima perdita economica, ma anche per il tradimento degli ideali della cooperazione e della solidarietà, patrimonio della cultura e delle tradizioni del territorio argentano e ferrarese e per avere carpito la fiducia dei soci, fraudolentemente alimentata da un teatrino che andava regolarmente in scena durante le assemblee della cooperativa, ben rievocate anche durante il processo di primo grado attraverso i video prodotti”.
Contestata, ovviamente, la sentenza di primo grado: “Riteniamo, in pieno accordo con la Procura, che sia del tutto irragionevole l’assoluzione degli imputati dai reati di bancarotta fraudolenta da falso in bilancio e dalle altre operazioni dolose (emissione Apc e fattura scontate presso le banche per “far cassa”) – spiega Maruzzi – laddove, pur avendo accertato la condotta fraudolenta degli imputati non ritiene sussistente il collegamento con il dissesto, manifestatosi quantomeno dal 1998, essendo state tutte le predette operazioni frutto di una strategia mirata a mantenere in vita a tutti i costi la cooperativa, quando si era ben consapevoli che il dissesto era irrimediabile”.
L’avvocato definisce “del tutto irrealistica” l’affermazione contenuta in sentenza “secondo cui non si può escludere che le banche, anche se avessero avuto a disposizione i veri bilanci, non avrebbero comunque trovato modo di finanziare ugualmente la cooperativa”.
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